Università e misure anti-Covid: la situazione a inizio anno accademico
L’anno accademico è alle porte e le Università italiane si preparano al secondo anno di convivenza con la pandemia. A differenza del 2021, quest’anno ci sono i vaccini e quindi una maggiore sicurezza e soprattutto una speranza per il futuro. Sarà infatti la buona riuscita della campagna vaccinale a determinare una situazione sempre più tranquilla ed è necessario raggiungere l’immunità di gregge per iniziare a vedere la luce in fondo al tunnel e prepararsi ad un graduale ritorno alla normalità.
Per l’anno accademico 2021/22 il primo grande cambiamento è la frequenza in presenza, anche se diversi atenei stanno adottando un formula ibrida di erogazione delle lezioni, ossia dare la possibilità di seguire anche a distanza in modo tale da evitare grandi flussi di studenti in aula e garantire un numero di iscritti soddisfacente.
Soprattutto per i piccoli atenei è infatti difficile regolare le presenze, perché gli spazi non sono grandissimi ed è quindi fondamentale l’opportunità di alternare lezioni in presenza e a distanza per incentivare il numero di iscritti. Il rischio derivato dal Covid-19 è ovviamente meno impattante per le facoltà dell’Università online, che hanno proprio la caratteristica di utilizzare l’e-learning come metodologia di apprendimento e quindi di gestire le lezioni a distanza senza problemi. Ci sono atenei come Unicusano che mettono a disposizione anche un campus per frequentare corsi e laboratori e poter accedere alla biblioteca e altri servizi. In questo caso, l’accesso alla struttura è regolato dalla normativa vigente sul tema del contrasto alla diffusione del Sars Cov 2.
Le misure anti-Covid
Lo stato d’emergenza in Italia è stato prorogato fino al 31 dicembre 2021. Si applicano pertanto fino a quella data le norme vigenti per il contrasto al Covid-19. Con il decreto legge del 6 agosto scorso (dal titolo “Misure urgenti per l’esercizio in sicurezza delle attivita’ scolastiche, universitarie, sociali e in materia di trasporti”) è stata sancita la predilezione per le lezioni in presenza, al fine di garantire agli studenti una maggiore serenità nell’affrontare lo studio e tutelare l’esigenza di socialità.
La frequenza è tuttavia regolata da alcuni vincoli. È infatti obbligatorio per studenti, professori e dipendenti possedere il Green Pass per accedere alle aule e alle strutture universitarie. Il Green Pass si ottiene con il completamento del ciclo vaccinale e ha validità di un anno, oppure dopo certificazione di guarigione dal Covid-19 e vale per 6 mesi.
Chi non è vaccinato, deve esibire un tampone negativo effettuato entro le 48 ore precedenti. Ci sono casi di persone che, per situazione clinica accertata, non possono fare il vaccino. In quel caso il Green Pass si ottiene mostrando il certificato medico che sancisce l’esenzione per motivi di salute.
Nelle aule e nelle aree comuni è fatto divieto assoluto di assembramenti e sono necessari i dispositivi di protezione individuale nelle aule e nei laboratori. Molti atenei, per regolamentare gli accessi nelle aule, hanno messo a disposizione degli studenti un app attraverso la quale prenotare il proprio posto, anche perché bisogna ricordare che è fondamentale mantenere il distanziamento di un metro per evitare contatti troppo ravvicinati, anche se si è vaccinati. Conta molto anche la responsabilità personale: è meglio non andare in università se si è entrati a contatto con un sospetto positivo o se si hanno sintomi influenzali. Assicuratevi prima di non aver contratto il virus.