Bullismo a scuola, nuovo caso, picchiato 13enne ad Avellino
Quella del bullismo è una battaglia che va combattuta ogni giorno e che di sicuro richiede un grane impegno per essere definitivamente vinta, sia da parte dei genitori che di studenti ed educatori. Le pagine di cronaca purtroppo spesso sono dedicate ad episodi di bullismo nelle scuole italiane e uno degli ultimi ha riguardato un 13enne, finito al pronto soccorso dopo essere stato aggredito ad Avellino.
Cornice del pestaggio a cui è stato sottoposta la giovane vittima i bagni del Convitto Nazionale Pietro Colletto, il bullo, a quanto pare, un ragazzo di un anno più grande, quindi un quattordicenne.
Dopo che il 13enne è finito in ospedale, sulla scrivania della dirigente scolastica dell’istituto, sarebbe arrivata una lettera firmata dalla mamma del presunto aggressore, in cui verrebbe denunciato il trattamento subito dal figlio, rimasto orfano di padre. Nella missiva, come spesso capita in questi casi, si cerca di colpevolizzare la vittima e ovviamente di sminuire l’accaduto, derubricandolo a “ragazzata”.
Sulla vicenda stanno ora indagando gli agenti della Questura di Avellino e pare che prima di arrivare alle mani, tra i ragazzi ci fossero stati dei precedenti, compreso uno scambio di messaggi su Whatsapp ora al vaglio degli inquirenti.
Il padre del 13enne aggredito, ex assessore alle Finanze del Comune di Avellino, sui social ha denunciato l’accaduto e ha evidenziato come la scuola dovrebbe essere un luogo sicuro, di formazione ed educazione, un luogo protetto. Tutte le istituzioni dovrebbero lavorare più e meglio per renderlo veramente tale e per prevenire, ancor più che reprimere odiosi fenomeni di bullismo, in ogni loro forma.
Se il bullismo non viene arginato, la sconfitta è di tutti, professori, studenti e genitori. Spesso però non tutte le parti sembrano capirlo appieno. È comprensibile che un genitore difenda sempre e comunque il proprio figlio, ma i bulli ci sono, esistono e hanno genitori. A scuola non ci sono solo vittime. Negare l’evidenza e credere che i propri figli siamo perfetti e non possano assolutamente commettere atti di bullismo fa male all’intero sistema.
Il bullismo è sempre esistito, oggi complici i social media è più visibile anche fuori dalle mura degli istituti scolastici, ma resta spesso quasi impalpabile o comunque di difficile definizione e inquadramento proprio per chi, come i genitori, è più vicino al fenomeno.
La scuola deve formare, ma è anche e soprattutto compito della famiglia educare e se tutte le famiglie lo facessero in modo opportuno il bullismo verrebbe enormemente ridimensionato.