Scuole italiane, un crollo ogni tre giorni
Si parla spesso delle condizioni degli edifici scolastici, in alcuni casi fatiscenti, spesso addirittura poco sicuri per studenti e personale della scuola. Ci sono scuole inagibili, crolli di intonaco e situazioni spesso allarmanti. L’ultimo caso ad aver ottenuto un certo spazio sui media è stato quello della scuola primaria Merisi di Caravaggio, in provincia di Bergamo, dove è franata al suolo una porzione di soffitto, per fortuna senza che nessuno rimanesse ferito.
Come generalmente avviene in questi casi le lezioni sono subito state sospese e nello specifico riprenderanno il primo ottobre. Oltre alla paura per quello che sarebbe potuto succedere c’è anche il non trascurabile fatto che 475 alunni perderanno dei giorni di lezione.
Va ricordato anche il caso dell’istituto comprensivo Margherita Hack del quartiere romano Monteverde, dichiarato inagibile a seguito del crollo del controsoffitto, ad aprile scorso. Una situazione che ancora oggi non si è risolta e che coinvolge oltre 700 bambini e le loro famiglie. Dal XVII Rapporto dell’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola emerge con chiarezza come quello dell’edilizia scolastica sia un tema caldo, che richiede risposte e interventi rapidi e decisi.
Anche se non sempre se ne è parlato sui media, c’è stato mediamente un crollo ogni tre giorni nelle nostre scuole, fra settembre 2018 e luglio 2019, mai così tanti dal 2013. Assistiamo insomma ad una vera e propria emergenza.
Tra le problematiche del settore c’è anche un grave ritardo nell’utilizzo dei fondi dedicati proprio alla messa in sicurezza delle scuole. I fondi ci sono, ma non vengono spesi. Si parla di circa 4 miliardi e mezzo di euro, dei quali al momento sarebbero stati spesi solo 1,6 miliardi.
Non è però solo un problema di soldi, che in alcuni casi mancano e quando ci sono non vengono spesi per soluzioni rapide ed efficaci, va anche detto che Comuni e Province hanno bisogno di supporto tecnico, di un’assistenza costante nel tempo per aggiornare le banche dati, accedere ai bandi di gara, progettare, appaltare e poi controllare gli interventi effettuati. Insomma c’è moltissimo lavoro da fare e va fatto presto, perché la situazione, così com’è non è più sostenibile.